Ascoltare il silenzio

I Verbi del Cuore

Cor-doglio


La nostra società ha esorcizzato la morte, da un lato spettacolarizzandola e dall'altro tabuizzandola (rendendola un tabù); negare la morte vuol dire creare una “non cultura” che sappia guardare in faccia il problema e riesca a risolverlo.
D'altro canto il cristiano è chiamato a vivere la morte come Cristo, comprendendone l'ineluttabilità e, nello stesso tempo, situandola nell'economia divina, come sua volontà.
Esprimere COR-doglio di fronte al grande mistero della morte, che per noi cristiani diventa mistero di vita, vuol dire COM-muoversi, stringere una mano o abbracciare un amico nel silenzio, dimostrare affetto e amore più che dire parole di circostanza.
Le parole, talora, escono solo dalla bocca, il silenzio e l'affetto nascono dal cuore. Non sempre, infatti, il silenzio significa non sapere che cosa dire. Se da un lato il silenzio è ansiogeno, dall'altro è ridare il tempo a Dio, senza fretta, mettendo nel suo cuore i sentimenti e le prove del momento.
La tradizione monastica ci insegna ad “ascoltare il silenzio”, a stare da soli nel silenzio con Dio (in greco 'monos', da cui deriva la parola 'monaco', vuol dire 'solo'), perché chi è con Dio, nel silenzio, non è mai nella solitudine.
Scrive papa Francesco nella “Gaudete et exsultate”: “In tale silenzio è possibile discernere, alla luce dello Spirito, le vie di santità che il Signore ci propone. Diversamente, tutte le nostre decisioni potranno essere soltanto “decorazioni” che, invece di esaltare il Van-gelo nella nostra vita, lo ricopriranno e lo soffocheranno. Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui, imparare sempre. Se non ascoltiamo, tutte le nostre parole saranno unicamente rumori che non servono a niente” (n.150).
Leggiamo negli scritti di Divo Barsotti, un grande uomo spirituale del nostro tempo: «Finché l’uomo non svuota il suo cuore, Dio non può riempirlo di sé. Non appena e nella misura che di tutto vuoti il tuo cuore, il Signore lo riempie. La povertà è il vuoto non solo per quanto riguarda il futuro, ma anche per quanto riguarda il passato. Nessun rimpianto o ricordo, nessuna ansia o desiderio. Dio non è nel passato, Dio non è nel futuro: Egli è la presenza! Lascia a Dio il tuo passato, lascia a Dio il tuo futuro. La tua povertà è vivere nell’atto che vivi, la Presenza pura di Dio che è l’Eternità».
Nel COR-doglio si comprende il silenzio vuoto e il silenzio pieno di amore: un caldo abbraccio fraterno differisce di gran lunga da una fressa stretta di mano data per circostanza; una parola che scalda il cuore segna e rimane molto di più di una parola superficiale che immediatamente prende le ali del vento.
 

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